Kiev 2017

Gen 9

Kiev 2017

IL NOSTRO ELDORADO? KIEV!!

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Dopo 25 anni di lavoro presso la mia società, ho ricevuto un premio: un viaggio in Europa, località a mia scelta, con un dato budget finanziario e tre giorni di ferie pagate. Nonostante la mia non più verde età (54), mi sono sposato lo scorso anno con una donna ucraina di 44 anni, per vero amore. Quando si trova la persona giusta, neppure il cielo è un limite!

Quindi, detto fatto, ho organizzato per noi due e per nostra figlia (13) un viaggio a Kiev, doveroso anche per conoscere suo figlio, 25enne, che è un graduato della Militia. Ed occasione per lei di ritrovare le molte amiche ed amici. Grazie alla ospitalità speciale di una di esse, abbiamo soggiornato a casa loro per tutti i 9 giorni di viaggio, colpo fortunato in quanto ai 3 giorni in regalo ci ho aggiunto due weekend ed il ponte (per noi obbligatorio) del 24 aprile, con rientro il 1 maggio.

Avevo anche un grande desiderio: mia moglie sa della mia passione per gli aerei, sa del mio iter simulatorio e sa quanto mi diverta a volare con le simulazioni che già prevedono l’uso dell’Oculus Rift (DCS da tanto, Il2 da pochissimo), aiutandomi spesso a capire gli ordini di Olga, la versione russa di Ugly Betty, quindi con una punta di orgoglio mi ha detto una parola magica: Zhulyany.

Si tratta di un aeroporto (Kiev ne ha diversi) ove, a 100 metri dalle piste del normale traffico aereo civile, è stato organizzato un museo all’aperto con oltre 70 velivoli ed elicotteri di produzione sovietica. Veri, molti disarmati e tutti senza apparecchiature elettroniche, ma…volete mettere? Per darvi un’ idea di che cosa vi sto per raccontare, andate su http://aviamuseum.com.ua/en

Così, dopo ver verificato che il Museo della Seconda Guerra Mondiale (anche questo enorme) era chiuso per manutenzione e che a Vinnytsa, al Museo Militare dove speravo di vedere il solo “Blackjack” rimasto sarebbe stato necessario un permesso essendo ancora zona militare, abbiamo stabilito il giorno ove visitare questo aeroporto.

Al costo di 100 grivne ucraine (ben 3,5 euro….) abbiamo avuto modo di entrare. Mia moglie mi ha detto che di solito ne costa 50, ma era in corso anche un raduno di auto storiche di produzione principalmente russa, trasformando (sigh) il tutto in una festa campestre, con chioschi vari tra gli aerei… Mi ha anche detto che su alcuni si può salire ai comandi con un piccolo sovrapprezzo, ma vista la concomitanza con la fiera non era possibile.

All’ingresso una banda in divisa si stava esibendo in una versione acrobatica (gli ottoni agivano in perfetta coreografia) di Smoke on the Water dei Deep Purple. Bravissimi.

Le porte del Paradiso si sono aperte davanti ai miei occhi stupiti: c’era di tutto. Appena sulla sinistra, un simulacro dello Yak-9 (WW2) a rappresentare il ricordo della Guerra per la Patria. Bellissimo, in ottime condizioni, un vero piacere per i vecchi giocatori di Il-2. Al suo fianco uno snello Yak-18 DB, elica, addestratore per il volo libero e di grandi capacità acrobatiche.

A destra subito un piccolissimo turboprop sperimentale, Izdelie 181 (Antonov) ed uno stupendo biplano Anatra-Anasal da ricognizione, quest’ultimo tenuto con cura….sembra pronto a decollare.

A sinistra già si costeggia la parte dei caccia, con davanti a tutti i più obsoleti Mig-15 (Fagot) e Mig-17 (Fresco), livrea metallizzata, sinceramente in condizioni non di livello eccelso. Appena più avanti ci sono i due addestratori L-29 Dolphin ed L-39 Albatros.

Nota a latere: i cartelli indicativi del modello di aereo sono in russo ed in inglese, interessante è che la parte inglese contiene la sua denominazione NATO (a noi più familiare), peccato che molti cartelli non ci siano proprio…difatti per alcuni modelli mi sono fatto aiutare dal sito confrontando le foto con le mie.

Per chiarezza, il museo è stato inaugurato nel 2003, sorge dove era operativa una base di addestramento e la prima parte degli aerei, mi sembra una trentina, era stanziata là. Il buon successo dell’idea e la voglia dell’Ucraina di avvicinarsi all’Occidente ha portato poi uno sviluppo importante, tanto che ci sono “prime linee” come i Su-27, ma senza ovviamente esagerare (un Mig-31 o 33 come un Su-33 o più recenti li avrei visti con piacere…). Contiamo anche che tra Ucraina e Russia ora non corre buon sangue e quindi aerei nuovi non ne comprano da quel mercato. O li comprano dal resto del pianeta, forse…

Su piloncini, alzato quanto basta per poterci passare sotto (e sedersi sulla panchina posizionata là), un Tu-104 anni ’50 in livrea Aeroflot. Bellissimo, grosso per chi non ha familiarità, come me, con gli aerei di linea, ti toglie il respiro sorseggiare un caffè tra i due carrelli.

Proseguendo nel cammino ecco un Il-14 Liner a destra ed un Su-7b (Fitter), bomber affusolato e lunghissimo, a modo suo singolare.

A questo punto si aprono due vie, una va verso una zona più aperta ed una prosegue la via dei caccia. Per mia scelta seguo la prima, cui bivio è segnato da un Il-18 passeggeri di fine anni ’50.

Subito scorgo un biplano “moderno”, un An-2 al cui fianco c’è un An-24b, entrambi definiti nel loro periodo due tra i più diffusi trasporti passeggeri a livello interno. Anch’essi sono in buono stato conservativo, specie il biplano che è realmente affascinante.

Si svolta a sinistra e si scorge sul fondo un magazzino, pieno di parti di aerei, due derive enormi di un bomber, un paio di carcasse mezze smontate e diversi altri pezzi. Sarebbe interessante scoprire se ci sono delle cabine da acquistare a buon prezzo e trasformare in postazioni. Non vi anticipo niente, ma in coda a questo mio report tornerò su questo argomento…

Mi trovo ora davanti un elicottero Mi-24 Hind F, privo del rotore e degli armamenti, reduce da qualche combattimento e parecchio malandato. Al suo fianco un Mi-24 Hind E, anch’esso senza rotore, con la finestratura anteriore piena di incrinature, proiettili senza dubbio. Ancora a seguire un Mi-8 Hip H, elicottero da trasporto truppe e materiali, più completo, con il rotore ed una serie di simulacri dei lanciamissili tipo gli statunitensi Hydra, sensibilmente più in ordine.

Chiude la fila una serie di pezzi in “completamento”: ancora un An-2 tutto dipinto di nero con le ali senza coperture, pubblicitario, un altro An-24T da trasporto feriti o paracadutisti, civile, un An-26 piuttosto malridotto di una fantomatica Uhuru Airlines (sic!), un An-26 in camouflage molto bello, un An-26 Curl da trasporto senza le eliche ed uno Yak-40, più moderno jet liner Executive, quest’ultimo completo ma senza cartelli indicatori.

Dalla parte opposta un An-30 Clank da ricognizione fotografica, con la larga finestratura anteriore contenente le apparecchiature, al cui fianco apprezzo uno splendido An-71 AWACS, con il disco radar molto piccolo e piazzato sul montante di coda. Un bellissimo Il-76 da trasporto, enorme e mastodontico, chiude la fila. Mi sarebbe piaciuto che ci fosse la sua versione AWACS, Il-76 Candid, ma è un aereo ancora “first line” e quindi in uso.

La parte seguente di prato è dominio degli elicotteri. Il primo della fila è un Mi-4 civile, dalla linea molto simile all’UH-3 americano, con il caratteristico muso grande e molto arrotondato. Segue un elicottero leggero Mi-2, più piccolo e molto snello, poi un Mi-1 militare, anch’esso leggero ma sempre multiruolo.

Usato come supporto per uno stand culinario (sigh…) c’è un mastodontico Mi-6 “Hook”, trasporto pesante, veramente grande. Ancora in livrea URSS, domina la sua parte di campo. Incredibile pensare come un mezzo di tali proporzioni possa librarsi nell’aria!

Passiamo poi su di una piazzola più grande, dove fanno bella mostra di sé un L-39 diverso dal precedente, neppure tanto malandato ed un Su-25 Frogfoot, l’omologo dell’A-10, con la rastrelliera delle armi vuota ad eccezione di un pod per il lancio dei missili R60-M e del tutto privo di apparecchiature. Probabilmente per loro un resto.

Si apre una piccola sezione contenente le armi (all’aperto), dove spiccano un balistico Tu-141 ed un lanciatore per un Tu-143 (missili da crociera), un lanciatore montato su ruote di armi antiaeree (non indicate), diverse bombe di vario tonnellaggio (una enorme…), bomblets per i cacciabombardieri, pod medio-leggeri di missili. Molti sono in condizioni pietose.

Continuando in avanti passiamo ad une sezione dedicata alla Marina. Subito troviamo uno stupendo idrovolante antisom Beriev Be-6, veramente tenuto benissimo e straordinariamente simile al nostro amato Consolidated PBY “Catalina”. Spicca in coda una torretta con un cannoncino binato molto old-timer (ma che è stato usato in versione automatica sui bomber Backfire, che ci attendono dopo). Sotto di lui uno Yak-38 Forger a decollo verticale in una splendida livrea blu. Non so se sia una scelta, ma vedere l’enorme Beriev con sotto un piccolo Yak…fa capire le reali dimensioni di quel colosso antisom! E non basta, dato che appena a seguire c’è un ancor più grande Be-12, sempre idrovolante antisom, in livrea grigia con un altro Yak-38 imbarcato (livrea della Marina) sotto la sua ala. Un vero spettacolo.

Alle nostre spalle ancora un bell’Antonov An-2, in livrea rosso fiamma, civile, usato per i piccoli trasporti o per il lancio di paracadutisti sportivi.

Tornando agli elicotteri, più spaziato rispetto ai Beriev, troviamo un Mi-14PL, versione antisom, imbarcato. A quanto ci hanno detto, alcuni sono stati spostati per permettere la collocazione delle vetture della mostra storica. Vicino due bellissimi Kamov antisom, uno non imbarcato (Ka-25, eliche a pale controrotanti, coda con tre montanti) ed uno imbarcato, un più moderno Ka-27 in livrea grigia, sempre eliche controrotanti e due soli montanti in coda, sensibilmente più grande.

Continuando si trovano una gran serie di autobus da trasporto aeroportuale e storici della città di Kiev, un vecchio mezzo antincendio sempre aeroportuale ed una specie di camionetta, completamente blindata a mano (lastre di acciaio amovibili, esterno fatto con piccoli pioli di acciaio saldati uno per uno per deviare i proiettili, feritoie per sparare). Mi è stato detto che alcune camionette simili hanno operato nel Donbass, come difesa durante la recente crisi Ucraina-Russia.

Arriviamo pian piano al pezzo forte, anzi, ai pezzi forti. Sono venuto qui quasi esclusivamente per lui, lo volevo vedere a tutti i costi. Un meraviglioso bomber strategico, qui in versione antisom in quanto ancora attivo e first line nella notazione Tu-95, Tupolev Tu-142 Bear F. Enorme, trasmette potenza con i suoi quattro motori ad eliche multipala. Quante volte lo abbiamo visto inquadrato dai nostri tracker! Essendo massiccio è pure alto ed i carrelli sono alti quanto una vettura, passare sotto le sue ali, dietro i motori, sfiorare con la mano il radome ventrale, guardare lo stretto passaggio che usa l’equipaggio (non si poteva salire…), i portelli dei vani bombe/missili, la lunga cabina con il radar sul “naso” vetrato, è una esperienza unica. Anni fa praticamente impossibile. Mi sono emozionato molto, insieme al Tu-160 Blackjack era uno dei miei desideri. Affascinato, me lo sono guardato tutto molto tempo, gustato, sentito non come un nemico ma come un vecchio amico.

A poca distanza si continuava nella “factory” Tupolev, con la versione trainer del Tu-22, qui denominata Tu-134UBL, sulla cui scaletta mi sono seduto. In pratica una versione Executive come misure ed utilizzo, elegantissimo, dal lunghissimo muso.

Al suo fianco un Tu-22 M3 Backfire-C, bombardiere strategico a lungo raggio. Capace di carichi importanti, il suo nick lo deve al doppio cannoncino posteriore GsH da 23 millimetri, che ben ricordiamo per tutte le volte che ci siamo messi nella sua coda…. Anch’esso molto agile ed affusolato resta un buon lavoro stilistico. Subito a lato una versione differente, Backfire-B, con motori meno performanti ma carico bellico identico. Entrambi sono capaci di funzioni EW. A concludere la fila un Backfire-A, un modello di preserie, dal quale discendono i due jet precedenti. Questo modello era molto meno offensivo, in quanto poteva portare un solo missile da crociera anche nucleare X-22M (Burya), mentre gli altri due ne possono caricare fino a 3. La NATO ha sempre temuto questi aerei, in quanto erano i primi a poter lanciare da ben oltre la copertura radar se non intercettati con largo anticipo.

Ricordo che sebbene la notazione NATO dei Tu-22 sia “Blinder”, le versioni M (che in russo vuol dire “modificato”) da noi sono state denominate Tu-26 “Backfire”, in quanto molto diverso dal Tu-22 sia per prestazioni che per carico bellico. L’unica differenza è questa, dato che la forma dell’aereo è pressochè identica.

Proprio tra questi Tupolev sono stati sistemati simulacri dei missili da crociera citati, in 4 diverse versioni, lunghissimi e…pericolosi!

Un lungo edificio portava ad una sala motori, dove erano esposti diversi modelli di propulsore e dei modellini in scala piccola degli aerei che li montavano, ma vuoi per lo scarso interesse (mio) vuoi per la lunga fila di chioschetti che lo costeggiavano ho deciso di soprassedere. Ci tornerò.

Prima di concludere il nostro giro, passando in rassegna i restanti aerei (per me vecchio fighter i più importanti), ci siamo concessi un caffè al Red Baron Cafè, alla cui entrata trovava spazio un reale sedile eiettabile. Tutti si sono esibiti in pose più o meno serie, escluso il sottoscritto che si è attaccato alle due leve di eiezione con lo sguardo terrorizzato, nelle orecchie “eject eject” e la folle idea che magari qualche poveraccio aveva veramente usato quel sedile…

Tornando a bomba (interessante asserzione avendo parlato poco fa di bomber…), siamo tornati verso gli ultimi elicotteri. In livrea Aeroflot un Mi-8T, arancione abbacinante, elicottero medio da trasporto ed un enorme Mi-26 in una livrea U.N. tutta bianca, ma che rende comunque la potenza e la mole di questo trasporto pesante. A concludere la serie un Mi-8T in livrea militare e due versioni dell’Mi-24, la A dal muso più squadrato e la D, la versione a noi più nota dell’Hind. Quest’ultimo ha la rastrelliera delle armi piena e francamente vederlo di fronte fa veramente paura.

Alle nostra spalle troviamo un Il-76 da trasporto, cabina finestrata sul muso che, a mio parere, faceva più da ricognitore fotografico. Ad ogni modo questo trasportatore è considerato il più potente ad oggi della flotta ucraina. Al suo fianco un bellissimo Il-86, liner, tenuto benissimo. Vista la notevole capienza è usato come “sala conferenze”, a terra ovviamente. Una era in corso ed un malcapitato che aveva salito la scaletta è stato fatto scendere da un “corpulento” aviere. Chiudono ancora due liner, un Il-62, molto bello, con i caratteristici motori posizionati in coppie a livello del montante dei piani di coda e la forma molto affusolata, un Tu-134A in versione trasporto VIP, uno in versione liner ed un Il-18, citato sopra, che segna il bivio.

Ma torniamo finalmente alla parte dei caccia/cacciabombardieri. Il primo che troviamo è un Mig-25 “Foxbat”, uno dei jet da caccia più veloci del mondo. Prodotto in molte versioni (questo è un ricognitore fotografico a lungo raggio ed alta velocità, quasi Mach 3, siglato RB), era parcheggiato solo temporaneamente là, dato che è intenzione del Museo dedicargli una sezione unica con tutte le versioni create e che per molto tempo è stato il cuore della difesa ucraina, che ne aveva oltre 100. Molto bello e filante si nota subito per la sua pulizia.

Al suo fianco un addestratore Yak-28U, dalla singolare forma a missile (sembra uno Spillone), ma con due reattori sulle corte ali. Come visto spesso, la cabina del pilota in training è davanti, quella del suo addestratore più indietro e più alta. Segue un Su-24 “Fencer”, altro bombardiere a noi simmers ben noto. Con la classica livrea chiara mostra al centro e sotto le ali il suo armamento, misto tra bombe, missili da difesa e missili non guidati in pod. Continuando il cammino troviamo un piccolo elicottero Ka-26, leggero e multiruolo. Probabilmente anche lui, senza cartello, spostato “illo tempore” causa manifestazione espositiva.

Ora passiamo ad un modello molto bello del Su-25 “Frogfoot”, aereo d’attacco al suolo (già visto prima in altro modello), completamente armato sotto i piloni da una varietà di missili e bombe molto impressionante. Al suo fianco una serie più vecchia di Suhoi. Partiamo da un Su-20 “Fitter C”, molto lungo e filante sebbene la sua forma, con il cono sul muso del radar lo faccia sembrare di vecchia concezione. Segue un Su-17UM “Fitter E” in versione trainer, colorazione chiara (il precedente è in livrea camo), con la cabina dell’addestratore subito dietro quella del pilota. Poi un Su-15TM “Flagon F”, caccia noto soprattutto per essere il killer del famoso volo Korean Airlines. Molto stretto e filante è stato uno dei maggiori “fighter” da difesa interna. Chiude la serie un vecchissimo Su-7 “Fitter A” in versione bomber, livrea camo ma dalla linea molto filante per essere un aviogetto anni ’50, già visto in avvio.

Sullo sfondo, in un’area proibita al pubblico, un Su-27 “Flanker” in livrea ucraina. Ho potuto fare solo delle foto a distanza, ma rende perfettamente l’idea che tutti abbiamo di un ottimo avversario, maneggevole, ben armato. Peccato, una immagine di fianco a lui sarebbe stata un piacere.

Ora tocca alla casa più nota, la casa Mig. Appena di fianco ai già visti Mig-15 e Mig-17 troviamo un Mig-19 “Farmer” in versione caccia intercettore. Poi passiamo ai Mig-21 “Fishbed”, in diverse versioni e livree. Prima la versione F, caccia multiruolo. Poi la versione 21 E, che in questo caso è un bersaglio non pilotato. Continuo la rassegna con un addestratore, più allungato per ospitare i due piloti. Esattamente lo stesso ruolo del Mig-23 “Flogger” che è posizionato accanto a lui. Altro jet ben conosciuto (il “Mig libico” del disastro Itavia era un 23), come il “Flogger-G” che gli è vicino, in configurazione caccia.

Ancora un piccolo elicottero Ka-26 “Hoodlum” in camo militare interrompe la lunga linea dei caccia. Ma subito ecco l’ultimo Mig-23, un “Flogger-B” in versione cacciabombardiere, anche lui con la classica mimetica. Ancora un Mig-27k “Flogger-D” (nomenclatura esatta dato che si tratta di una evoluzione del Mig-23), cacciabombardiere con caratteristiche superiori al predecessore e la capacità di trasportare un armamento più pesante.

Ultimo ma non ultimo uno dei pezzi forti e da me molto ricercato, un favoloso Mig-29 Fulcrum in versione A, quindi con pod per missili non guidati e capacità di attacco al suolo. Quante volte ce lo siamo trovati di fronte…un brutto cliente! Molto bello, ma svilito dai ragazzi del chiosco vicino, che si riparavano dal sole sotto le sue ali. Per fortuna ho potuto chiedere che si spostassero, al fine di farmi una foto con lui. Veramente bello, filante, pulito. Emozionante!

Purtroppo la visita termina qui. Approfittiamo di uno dei tanti banchi alimentari aperti e ci sediamo vicino al grande Mi-6, dove a fine pasto scattiamo una foto di gruppo. Che giornata!

Consiglio a chiunque andrà mai a Kiev di prendersi il tempo per visitare questo museo, sempre in crescita e che presto avrà ancora di più da offrire.

Ma non è finita. A mia insaputa, tornati in centro a Kiev, ci siamo diretti verso una strada laterale, scendiamo due scalinate e dietro ad una porta del tutto anonima…mi sono trovato “a casa”! Unam delle amiche di mia moglie aveva un buono che era stato regalato dal padre ad uno dei ragazzi (Gosha, 10 anni, un ragazzino simpaticissimo) per un’ora di simulazione di volo! Con 100 grivna in più mia moglie aveva arrangiato un’ora anche per nostra figlia.

In breve: tre salette con divani, schermo con proiettore, vari Pc con le simulazioni e, udite udite, 2 postazioni derivate, l’una da un Cessna o qualcosa di simile, doppio volantino, cuffie radio e l’altro, una carlinga di un Mig-21 completa, con la strumentazione originale in parte sostituita da piccoli mfd e gauges collegati al simulatore, la vera manetta, il vero sedile eiettabile, la capotta che si poteva chiudere ed il vero stick! Mi è crollata la mascella. Simulatori in uso: FSX e Il-2.

Il ragazzo della VFS (Virtual Flying School) mi ha visto interessato ed ha conversato con me in inglese. Conosceva PVI perché amico di uno dei ragazzi ucraini del gruppo che ci aveva invitato qualche tempo fa ad una esibizione acrobatica ed anche perché aveva visto su YouTube le esibizioni di tutti. Alla fine mi ha assolutamente voluto sul simulatore di Mig (ho fatto molta fatica ad accettare…..LOL….tre secondi ed ero dentro), mi ha piazzato il casco con microfono e mi ha fatto volare un poco con Il-2 in modalità reale. Si, ho quasi urlato di piacere!

Non ha voluto nulla per questo e neppure ha voluto nulla per far fare ai ragazzi una mezz’ora in più. E mi ha detto che stanno lavorando ad una cosa più grande, invitandomi per l’anno prossimo per scoprire cosa c’era nella stanza attigua, chiusa, dove si sentiva gente che lavorava….non mi ha voluto dire altro. Ci siamo scambiati gli indirizzi mail, io gli ho lasciato il link a PVI, lui un biglietto da visita. Il loro sito, solo in ucraino è http://vfs.net.ua/

I costi vanno dalle 250 grivne per 1 ora (9 euro) a 500 grivne per uno scontro uno contro uno in rete locale.

Una giornata unica, come tutto il soggiorno in Ucraina. Una giornata con 20 gradi, sole e tempo terso. Un buon giorno per volare….